E' una vecchia storia. Tutte lo abbiamo detto, almeno una volta nella vita: "Da bambine ci riempiono la testa con Principi Azzurri su cavalli bianchi, nobiluomini senza macchia e senza paura pronti a riportarci scarpette perse, svegliarci da sonni eterni, sfidare draghi e foreste di rovi pur di raggiungere noi e noi sole. E poi?" Da adulta scopri che il metaconcetto attorno a cui gravitano tutte le favole lette e raccontate, l'Amore, si sfracella contro l'archetipo dell'uomo medio contemporaneo, con cui ognuna di noi può vantare un incontro ravvicinato e per il quale è inutile sprecare aggettivi, proprio perché sappiamo bene di cosa stiamo parlando. Dina Goldstein, scoperta per caso nei miei voli pindarici su Internet, non solo lo ha pensato e, forse, detto a qualche amica sua un sabato sera di fronte a uno spritz. Ha trasposto questa idea tutta femminista (ce l'avranno messa in qualche puntata di Sex & the city? Non ricordo, ho visto tutta la serie in una notte sola..) in fotografia, facendo passare, per come la vedo io, un messaggio positivo: queste fucking fallen princesses non sono che stereotipi caduti. Evviva. Hai voglia a buttare trecce dalle torri, cristo. Siamo principesse che non accettano mele da vecchie sconosciute e che comprano delle altre scarpe se per caso, ad una festa, se ne perdono una. Possibilmente un paio che faccia rimanere con i piedi ben saldati a terra, grazie.
Fallen Princesses - Dina Goldstein