mercoledì 10 luglio 2013

LA FISSA DEL MESE #4 - IL PIC NIC

Premetto due cose: primo --> tornata a Torino ho scoperto abitudini e posti sempre sottovalutati, vedi il brunch (che chiamerò merenda perché mi fa più simpatia), la Pellerina (per anime caciottare), il Valentino (più social aka fighettino e sempre pieno, attraverso i decenni, di fricchettoni suonatori di bonghi -che però, anche attraverso i decenni, non hanno mai imparato a farlo!-); secondo --> l'ultimo pic nic a cui io abbia partecipato risale a 31 anni fa, Pasquetta ad Aosta, se non ricordo male.
L'unione di tutti questi elementi, premesse comprese, complice anche la congiuntura astrale che mi ha voluta nata alla fine di questa settimana di luglio, hanno generato la mia nuova fissa del mese: festa di compleanno con pic nic al Valentino.
Ovviamente io odio organizzare feste e preferisco di gran lunga andarci.
Intanto per la sbatta di invitare e preparare, poi per la necessità di essere puntuale ed infine per l'ansia da prestazione: il timore che il party sia un fiasco e le defezioni testimonianza di quanto alla gente freghicazzi di te (o di quanto te la voglia far pagare per tutte le volte che hai dato sola tu).
Ad oggi non so come andrà a finire, anche se tra Umbria Jazz Festival, Kappa Future Festival e compleanno di uno degli ultrà del Settimo Calcio, prevedo che al mio compleanno ci sarà un percentuale di adesione molto vicina allo zero.
La mia giovane età, il mio innato ottimismo o più realisticamente il dato di fatto che questa è la mia settimana e nulla potrà rovinarmela, vedono il bicchiere mezzo pieno (con possibilità di riempirne anche l'altra metà), pertanto mi sono lanciata in una ricerca di tutti i must have per un pic nic PERFETTO, open o private party che sia.
Private party


- LA LOCHESCION -

Ho scelto il Valentino per la presenza del Fluido che regala musica aggratis, oltre a una certa dose di ggenti ché fanno sempre allegria. L'altra opzione in gara era lago in Val Susa, contesto molto più romantico e più adatto a un pic nic tra innamorati, che ovviamente mi sono ripromessa di organizzare quanto prima. 
At 19.00 pm: orario perfetto per quell'usanza che hanno appellato con l'orrendo nome di "apericena", sfrutta le 2 ore abbondanti di luce che restano, non c'è il rischio di svenimenti per il caldo o penniche infinite, non lega nessuno ad una permanenza ad oltranza (me compresa), è una buona intro alla serata. Insomma, secondo me, l'orario vincente.

                                                                   -  ACCESSORIES - 

CESTINO DI VIMINI --> L'indispensabile. Poco pratico, ma faigo. Su internet se ne trovano mille. Se si opta per lui, la versione con la borsina frigo è d'obbligo. 

Expensive
Epicurean, su Amazon, € 106,95 

Vintage
Ego Concept Store, su Depop, € 85,00
Handmade
                                              
Funkytime
Siccome non ho avuto il tempo tempo di recuperare da mia madre un cestino, riadattarlo e preparalo all'evento, lo sostiruirò con una capiente borsa plastificata, lei  

e userò per le bevante una borsa termica rigida very original anni 70, ovvero residuato bellico delle nostre estati in tenda.

TUPPERWARE --> Belli, colorati, pratici e di qualsiasi dimensione, per contenere mille mila sfiziosità. I miei ovviamente non sono multicolor, ma tristi e tutti con il tappo arancione, in questo caso però la funzionalità è tutto, qundi ho decidso che andrà benissimo così. C'era anche l'opzione scatole di latta vintage, ma non ci mangerei io dentro una cosa che ha contenuto negli anni dai biscotti originari alle attrezzature fai-da-te di papà, figurati gli altri!

TOVAGLIA --> Ovviamente a quadrotti rossi, altrimenti che pic nic sarebbe? L'ideale però dovrebbe essere una tovaglia-plaid, cioè riadattare una coperta che non si usa più, rifoderandola da una parte a scacchi white&red e dall'altra con motivo fantasia e a piacere. Lei sa come si fa e lo spiega qui.

PIATTINI&C. --> La scuola di pensiero radical chic pretenderebbe piatti veri. See vabbè. La plasticaccia è perfetta, a patto, ovviamente, di non lasciarla in giro e di gettarla negli appositi cassonetti.
L'usanza li vuole coloratissimi, la moda li pretende con decorazioni vintage/hipster/retrò: via libera a disegni di cupcakes, moustaches, righe e pois. Si trovano al Tigerstore, da Ikea, oppure al Paradiso delle Sorprese.
Anche i supermercati più grandi e Internet sono una buona fonte di ispirazione, ma se non si ha tempo di girare o attendere i tempi di consegna, insomma, per una logistica meno sbatty, è meglio andare a colpo sicuro.

DECORAZIONI --> Fiori di campo e candeline in barattoli decorati
http://www.bioradar.net/bionews/come-riciclare-il-vetro-in-10-modi-diversi/ 

http://www.abeachcottage.com/2013/07/beach-cottage-beachy-coastal-table-decor.html

ADESIONI --> L'invito formale è inutile, meglio un passaparola o un evento privato su fb. Basta saper usare paint per modificare le immagini inserendo le coordinate corrette:

http://www.lacyniqueromantique.com/tag/pic-nic/


Il mio!
CIBO --> Qualsiasi cosa piaccia e sia pratica da trasportare. Immancabile, estiva e molto anno 80, l'ever green per eccellenza: l'insalata di riso, modulabile nella variante light o nel mappazzone-accozzaglia composto da "tuttoquellochec'avevoincasa". Panini, nachos con salsa al pomodoro fatta in casa (passata Mutti, pepe, olio, sale, basilico), pizza, salatini. Siccome la torta di compleanno è intrasportabile, meglio i cari vecchi pasticcini, ché sono anche più facili da mangiare.

Per il bel tempo e la buona riuscita del tutto, invece, bisogna solo sperare, cosa che farò io.
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CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO OVVERO L'IMPORTANZA DI AVERE UN PIANO B
Ovviamente sabato sera, dal cielo, è venuto giù il mondo, compresa grandine delle dimensioni di una biglia (di quelle grandi) e con lo stesso peso specifico di Giove, notizia talmente rilevante da finire anche al telegiornale.
Mi ero già arresa all'evidenza della disfatta, quando Panofsky mi ha stupita con doti di problem solving che credevo esistessero solo nei cv, proponendomi di spostare tutto in studio da lui.
Qui, quo e qua alcuni dettagli dell'allestimento.

lunedì 10 giugno 2013

No more shampista

Dopo il mio primo login a Depop mi sono resa conto del divario abissale che separa me dal resto del genere femminile: il totale disinteresse per le borse griffate, intanto, il mancato possesso di 450mila capi nel guardaroba, in secondo luogo. Ho già parlato della mia avversione per lo shopping, specie durante le giornate dello shopping, ovvero il sabato pomeriggio e pensavo che questo fosse già sufficiente a farmi sentire freak. Sbagliato. Dopo una navigata sui siti di Zara, H&M, Asos, Fix Design e Zalando, la sensazione di disagio ha lasciato posto alla certezza che, nonostante la mia innata squnzieria, sono priva del cromosoma M, come Modaiola, come Moda. "Come Modella" no, quello lo sapevo già a 16 anni, quando presi coscienza del fatto che avevo perso la mia occasione per elevarmi in altezza e non avrei svettato oltre i miei 164 centimetri. Detto questo, qualche giorno fa, si è profilato all'orizzonte un invito ad un party. Un PARTY. Non un pranzo, non una serata qualsiasi, ma una vero PARTY. Ora, non sarò à la pàge, ma i party piacciono anche a me, specie per i litri di bollicine che scorrono gratis a fiumi. Dopo questa news, però, e dopo aver visto una puntata di "Non aprite quell'armadio", questa, dove una Anne Hathaway de Milano mostrava una miriade di vestiti che io non ho mai posseduto in tutta la vita, mi sono resta conto di non essere preparata per un evento che sia diverso da una serata in birreria.
Ho cercato quindi, senza successo, suggerimenti sui siti di cui sopra, ma a parte la delusione per collezioni che grazie stanno bene alla modella bonazza di turno, ma vorrei vedere su una normale, non ho trovato nulla di adatto. Fino a quando, nel mio peregrinare pallido e assorto 2.0, mi sono imbattuta in lui: FASHION FINDER ASOS dove gente che ne capisce, da tutto il mondo, si logga, posta immagini e mi salva dalla figura della bella in rosa prima di approdare al ballo (e anche dopo, visto che l'abito era orrendo e per di più rosa). Certo, le suggestions vanno un po' rivedute e corrette secondo le regole del buongusto e non quelle delle fashon blogger, ma sono piena di ottimismo... Tanto già so che tanto al terzo cocktail non capirò più niente.
Ad oggi, per la cronaca, il look più accreditato è lui.

lunedì 15 aprile 2013

LE FISSE DEL MESE #3 - LO SHATUSH

Ovvero: dare un nome alla ricrescita e farla diventare cool.
Imperdibile con la piega mossa e boccolosa, imperversa ovunque, sopratutto per chi ha biondi capelli o chiome color caramello. 
Si narra però che vada bene anche alle scure e visto che l'estate è dietro l'angolo e tanto i capelli con la salsedine diventano comunque uno schifo, forte anche del fatto che la mia acconciatura è, dal 1989, una crocchia approssimativa tenuta su con elastici mosci o bacchette del ristorante cinene, ho deciso di rischiare doppio, perchè voglio provarla e farmela da me.
L'Oréal mi deve aver letto nel pensiero, perché ha calvalcato la moda e riadattato la gamma Préférence, che secondo me ha sempre avuto un packaging per sciura, immettendo sul mercato la versione "Lo Sfumato". 
Opinabile l'idea dello sfondo ghepardato, ma tant'è.
Il Signor L'Oréal , sostiene che per le castane e le brune sia adatta questa nuance qui
Mi auguro per lui che non menta. 
Vero è che sul sito c'è il tutorial del Signor Nessuno Christophe Robin, esperto colorista (nuova mansione da tenere d'occhio?) che nella foto ufficiale è diversissimo da come risulta nel video. Mah.
La speranza è che i risultati ottenuti nella riservatezza del mio bagno si aviicinino a qualcosa del genere:





La paura, invece, è che venga fuori una cosa così.


Forse dovrei riflettere sul fatto che non ho trovato nemmeno un riscontro su Internet di qualcuna che si sia prestata al posto mio e che mi possa far cambiare idea.
Boh, io valgo, mi viene da pensare (ah, il potere dei clame pubblicitari, ah, la mia innata inclinazione a comprare qualsiasi cosa sulla cui confezione sia riportata la dicitura "nuovo", meglio se con un punto esclamativo finale).
 




LA RAGIONE PER CUI VINCERO' IL NOBEL PER LA PACE

I luoghi comuni sulle donne. Guidano male, ma tengono l'auto pulitissima; amano shopping, borse e vestiti (come dicevamo qualche giorno fa); sono delle gran stracciacazzi. (Escusemuà per il francesismo).
Io mi vanto, con orgoglio, di non appartenere a nessuna delle suddette categorie, eppure, per quanto riguarda l'ultimo punto, non posso che battere 3 volte la mano sul petto e dire che sì, anche io in verità, in verità vi dico, che ho molto peccato per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. 
Il mio stracciacazzismo si sfoga e manifesta, in tutta la sua magnificenza, con la raccolta differenziata. 
Perché Io differenzio tutto.
Devo differenziare tutto.
Se non sono a casa, dove mi attende un angolo del balcone ormai adibito a discarica Amiat, ripongo in borsa/auto e ciao.
Il succo alla pera in bric? (quanta consolazione mi dà il succoallaperainbric. Se lo bevo sento che, dopo, tutto andrà per il verso giusto) Involucro nella carta (eh già, il tetrapack vale come carta, sono rimasta sconvolta quando l'ho scoperto) e cannuccina nella plastica. Il cartone della pizza-al-tutto? Non si può riciclare perché è unto e sporco e fa anche un po' schifo, il giorno dopo. 
Sono arrivata al punto di recuperare dal bidoncino sotto il lavandino i pacchetti di sigarette buttati da Panofsky.
Li prendo, divido la pastichina dal resto e separo. 
E respiro.
E mi sento buona e giusta.
E mi vedo sopra un barcone battente bandiera Greenpace, a prua, un po' Rose di Titanic, un po' Geena Davis in Pirati, mentre solco i mari del Nord per salvare balene, delfini e placton. Musica in sottofondo, struggente e piena, da documentario del National Geografic, per intenderci.
A tale attività sì impegnativa dal punto di vista mentale ed emotivo, si aggiunge anche un certo impegno fisico, visto che i contenitori di carta e plastica sono a 2 isolati da casa e che quindi, il sabato sera, apparecchiata per la movida torinese, carico in auto quantità di sacchetti che non produrrebbe nemmeno una famiglia di 5 persone e costringo Panofsky ad un pit stop obbligato, anche se siamo in ritardissimo e dobbiamo arrivare al ristorante entro 15 minuti ché sabato tutti vanno a mangiare in San Salvario e se ci fottono il posto ci restano solo il kebab e gli insulti di Demir.

Non pienamente soddisfatta di tutto questo sbattone, però, venerdì sono giunta alla consapevolezza che sì, va bene l'attivismo, ma necesse est diffondere il verbo, fare proselitismo e catechesi, insomma, rompere un po' le palle al prossimo.
SOLUZIONE:  inserire nella mia firma di posta elettronica un loghino green think.

Quale scegliere? Poiché nel mio animo green alberga anche una squinzia senza precedenti, non potevo ovviamente optare per la banalità dell'albero di pino con stradina annessa, anche perché è un attimo che la mente va ai cipressi di San Guido e a quel tristone del Carducci.

Pertanto ho cercato versioni più fresche e orginali e ho trovato opzioni per tutti i gusti.

NONILSOLITOCLAIM. Perchè "think before you print" è una frase inflazionata.

GRAFICO. Sì al pino, sì pure alle frecce che richiamano al riciclo, no alla stradina.

RIFLESSIVO. La mail che stai per stampare, finirà cosi. Pensaci.

INTENTO DICHIARATO, ma senza il pino.

GGGIOVANE. In slang, solo per i più smart.

FEMMINILE. Sinuoso, in 3 tonalità di verde

Le 3 R.

IL SEME DEL DUBBIO.

 SCHIERATO

IMPERATIVO

CARTOON

DISCRETO

MINIMAL


Ecco. La commistione di rettitudine in vita, integrità morale, coerenza e diffusione del messaggio nel mondo digitale, saranno le ovvie ragioni per cui vincerò il nobel per la pace nel 2023. Ringrazierò il pubblico muovendo la manina con l'eleganza che Regina Elisabetta mi ha insegnato.
   
 

martedì 9 aprile 2013

Morfeo e il paradosso di Schrödinger

Ieri sera Gatto Morfeo ha manifestato con veemenza l'esigenza di un po' di privacy e di uno spazio tutto per sé, ché evidentemente la convivenza a tre con me e Panofsky gli va un po' stretta.
Ho il sospetto che diamo un po' fastidio. 
Urge quindi una cuccia nuova fiammante, originale, creativa, bella.
Come lei: 

Il sito dove si possono trovare queste meraviglie, anche in dimensioni più discrete, è questo , peccato per i prezzi folli. Forse, e dico forse, potrei farci un pensierino se Morfeo imparasse a dire la parola "mamma". 
Per il momento, visto che fa solo "prrrrr" e "frrrrrrrrrrrr", dovrà quindi accontentarsi di un mio personalissimo attacco d'arte, che sarà un misto tra 
 
                   lui --->



(per la modaiola testa d'alce appesa all'entrata)

                                                    
  < ------   e lui




Per il sobrio effetto privé.

Sarebbe carino aggiungere un pratino di erba gatta, un tiragraffi e  una fontanella con l'acqua corrente, così magari Morfeo la smetterebbe di bere dalla tazza del cesso che, oltre ad essere una pratica disgustosa, costringe me (ME, che riesco a trasformare la più ordinata delle stanze in un centro sociale dopo avervi soggiornato anche solo per 10 minuti!) a pulire ogni sera tutte le zampate che lascia lì dentro, attorno e in giro per casa.

Sarebbe carino = periodo ipotetico dell'irrealtà. La pigrizia mi seppellirà, un giorno.

Escludendo i voli pindarici e le manie di grandezza, l'ostacolo principale sarà il confronto con le mie nulle abilità manuali (mai visto Art Attack né quel gaggiolone di Mucciaccia), ma sono, immotivatamente, ottimista. Altrimenti prendo una scatola, la chiudo da tutti i lati, gli faccio un buco in centro e miao. Ah, il problem solving!

Cuccia-Privé

Pet Tree Houses 

Cucce per gatti







LE FISSE DEL MESE #2 - DIETA

E' ovvio. Dopo Halloween e i suoi dolcettioscherzetti, le orgie alimentari del santo Natale, (che raggiungono il climax dell'abominio con il panettone farcito di crema pasticcera e ricoperto di cioccolato fondente, da mangiare anche a colazione, perchè si sa che è il pasto più importante della giornata e DEVE essere abbondante), le carammmelle appiccicose di quella vecchiaccia della befana (lei e il suo carbone dolce che poi, dopo tutti questi anni, ancora non mi è chiaro di che cosa sia fatto, ma dubito sia veramente commestibile), le chiacchiere/frappe/bugie che dir si voglia, rigorosamente fritte frittissime (dubitate di quelle cotte al forno, è ovvio che il sapore non è lo stesso e poi, se volessi restare leggera, mi mangerei un frutto o una galletta di riso, no? Mi va la frappa, mi prendo quella fritta, cristo!) e nelle versioni ripiene, ricoperte, striate; dopo le uova di cioccolato, ecco, dopo mesi e mesi ininterrotti di gozzoviglie, arriva, inesorabile come l'Angelo della Morte, lei,  la PRIMAVERA. Maledetta, cantava giustamente la Loretta, primo perchè quest'anno è arrivata solo sul calendario e secondo perchè rappresenta l'ineluttabile anticamera di cosciotti, braccia e carne (tremula) in libertà.
E ci trova, come sempre, impreparate all'evento.
Anche quest'anno, quindi, per me è partita la corsa ai ripari, per la quale però invoco le attenuanti generiche: da novembre sono andata a convivere in un appartamento con la cucina più grande del mondo, contestualmente ho scoperto Cielo e Real Time e si sa, da cosa nasce cosa, insomma mi è presa la fissa per la cucina e ho iniziato a spadellare tutte le sere, io, proprio io, campionessa di salto del pasto e prima classificata in take away dal cinese sotto casa.
La conseguenza è stata la lievitazione del mio giro vita. La conseguente conseguenza è stata la dieta a cui mi sono costretta da ieri.
E sto già morendo di fame.
Non appagherò la ragazzina anoressico-bulimica che è rimasta in me e che alberga a scrocco in ognuno di noi postando diete e rimedi efficacissimi per placare i morsi della fame, dico solo che ho trovato, su Internet (ohh, nooo le diete su Internet, ma che c'hai 15 anni?? -Sì su Internet!) una mini-dieta stile Dukan, -ormai radiato dall'ordine, poraccio-, quindi iperproteica, che funziona da dio, peccato non sia mai andata oltre giovedì.
Mai fino ad ora.
Scoprendo inaspettatamente in Panofsky un dietologo più preparato della dottoressa Tirone, ho iniziato questo ennesimo tentavo verso la perfezione. O la decenza, ché è più veritiero.
Se non arrivo magrissima alla prova costume, spacco tutto.
Comunque il post l'ho scritto non per gongolarmi delle mie fantastiche iniziative, ma per suggerire 2 app scoperte proprio oggi.
Uno si chiama MELAROSSA e lo trovate QUI. Ha anche un sito, come ce ne sono mille, ma ha me ha colpito l'app e di questa scrivo; l'altra si chiama ShapeUp, che adoro, ed è disponibile per Iphone e Android.
La sbatta è dover registrare tutto-ma-proprio-tutto, (per fortuna però nel databese c'è davvero ogni alimento), ma è anche vero che dieta in francese di dice régime, il che fa pensare alla disciplina e poi, insomma, dimagrire non è certo una passeggiata, ecco. 
Sono al giorno 2 e ho già voglia di kebab con scipola, picanto, tutto. 
Speriamo bene...



LE FISSE DEL MESE #1 - DEPOP

Premetto di essere una femmina atipica. Temo lo shopping del sabato pomeriggio come la peste bubbonica, da H&M e Zara (sopratutto in quelli di Via Roma) mi viene subito il mal di testa, (non ho ancora capito se per il troppo casino o per il troppo caldo...ma poi, perchè deve fare così caldo???), non vado pazza per scarpe o borse (e infatti ho lo stretto necessario della prima categoria e un-campione-uno della seconda, utilizzato fino al disfacimento, che poi ricompro pressoché identico).
Questo lungo prologo per evidenziare lo stupore con cui, a gennaio, sfogliando una copia del mio giornaletto squinzio preferito, Glamour, rimango ipnotizzata dall'articolo sulle vendite on line. Valeria Maggiora, che ha un'erboristeria magica in Torino a cui dedicherò un apposito post (se intanto siete curiosi, la trovate qui e qui) parlava di un certo Depop, ex Garage, su cui vendere/acquistare oggetti di tutti i tipi. Non so cosa sia scattato, davvero. Non mi ritengo una venditrice, né una commerciale, né una persona alla moda; non credo di essere, insomma, un soggetto adatto al mondo del "vendo" (anche perché sono già la principessa del "compro"), insomma non credevo di avere nemmeno una carta in regola per entrare in questo nuovo universo. Già, l'universo. E quella cosa che si dispone in modo tale che le cose accadano. Infatti, nel frattempo, mia madre, forse colpita da una puntata di "Sepolti in casa", (probabilmente perchè riconsciutasi nelle situazioni rappresentate) aveva preso l'incredibile decisione di sbarazzasi del ciarpame accumulato in anni di vita. Tutto cospira in mio favore, pare. Così apro l'account e, miracolo, vendo. E, miracolo, ho dei follower. E, ancor più miracolo, trovo cose fichissime da acquistare (che, ovviamente, acquisto). Nessuna sbatta in giro per negozi. Prezzi accessibili e bassi per capi praticamente nuovi. Cose che in giro non ho mai visto. Un paradiso.



[Al momento l'app non è disponibile per Android, nè visualizzabile da pc, ma credo ci stiano lavorando.
Da poco, invece, è attiva la community italiana su fb, per scambiare opinioni e pareri --> Depop Italian Community.]

Il risultato di tutto ciò, a parte gli acquisti fichissimi fatti e gli oggetti venduti che tanto poverini giacevano inutilizzati a casa mia e che ora sono stati adottati da chi li amerà e li apprezzerà, è che domenica 5 maggio parteciperò a Mercanti per un Giorno, con annessa levataccia alle 4 del mattino, per la gioia di Panofsky a cui ho dovuto garantire fornitura di birra ghiacciata da 66 per tutta la durata della manifestazione. Argh. Che la forza sia con me.